PVD (Physical Vapour Deposition)
Cos’è il PVD?
La PVD – acronimo di Physical Vapour Deposition o deposizione fisica da vapore, è un processo utilizzato per applicare rivestimenti metallici o ceramici sottili su substrati metallici o plastici.
Avviene in una camera a vuoto, dove il materiale di rivestimento viene vaporizzato da una sorgente solida e trasferito in fase atomica o molecolare fino alla superficie del pezzo, dove condensa formando un film compatto e ad alta adesione.
A differenza dei processi galvanici, che si basano su reazioni chimiche in soluzione elettrolitica, il PVD sfrutta esclusivamente fenomeni fisici di evaporazione e ionizzazione. Il risultato è un rivestimento puro, controllabile negli spessori (0,1–5 µm), privo di scarti chimici e caratterizzato da durezza, resistenza e stabilità cromatica elevate.

Principio di funzionamento del processo PVD
Il processo PVD si svolge in una camera a vuoto con pressioni comprese tra 10⁻³ e 10⁻⁶ mbar. Il materiale da depositare (target), solitamente titanio, zirconio, cromo o alluminio, viene riscaldato o bombardato da ioni ad alta energia. Gli atomi o ioni liberati si spostano verso il substrato, dove condensano formando un film sottile ad alta adesione.
Durante la deposizione fisica da vapore, i parametri di processo, temperatura, pressione, tensione di bias e composizione dell’atmosfera di processo (argon, azoto, ossigeno, acetilene), influenzano durezza, colore, resistenza e uniformità del rivestimento. Il controllo di questi valori garantisce rivestimenti costanti e ripetibili, adatti a impieghi tecnici ed estetici.

Tecnologie PVD principali
Le tecnologie PVD si differenziano per il modo in cui il materiale viene trasformato in vapore:
- Evaporazione termica: il target viene riscaldato fino all’evaporazione tramite effetto Joule o fascio elettronico. È adatta a substrati sensibili al calore e a rivestimenti decorativi sottili.
- Sputtering magnetron: un plasma di gas inerte colpisce il target con ioni accelerati, generando atomi che si depositano sul pezzo. Produce film densi e uniformi, anche su geometrie complesse.
- Arc deposition: utilizza un arco elettrico ad alta energia per vaporizzare localmente il metallo. Garantisce rivestimenti PVD molto duri e aderenti, ideali per utensili e componenti meccanici.
Un impianto PVD può integrare più sorgenti per combinare efficienza produttiva e versatilità estetica. La scelta della tecnologia dipende dal tipo di substrato, dallo spessore desiderato e dalle prestazioni richieste.

Materiali utilizzati nei rivestimenti PVD
I rivestimenti PVD impiegano metalli e gas reattivi per creare composti ad alte prestazioni:
- Metalli Puri (Ti, Zr, Cr, Al, Au…): caratteristiche variabili a seconda del metallo usato, tipicamente la durezza del metallo come rivestimento PVD è superiore a quella del metallo bulk.
- Nitruri metallici (TiN,ZrN,CrN): durezza elevata e colorazioni dorate o grigio-metalliche.
- Carburi e rivestimenti base Carbonio (TiC, CrC, TiC/C, CrC/C): durezza molto elevata fino a moderata in base alle condizioni di deposizione. Colorazione dal grigio al nero profondo.
- Carbonitruri (TiCN, ZrCN, TiAlCN): durezza molto elevata, tonalità del rivestimento variabili come giallo ambrato, bronzo chiaro, rosato o violaceo.
- Ossidi (TiO₂, ZrO₂): tipicamente sfruttati per rivestimenti interferenziali iridescenti.
La modulazione della composizione chimica consente di ottenere film PVD personalizzati per colore, brillantezza e resistenza. Queste proprietà rendono il trattamento PVD adatto a settori come rubinetteria, occhialeria, arredo, moda e meccanica di precisione.
Proprietà dei rivestimenti PVD
I film PVD presentano caratteristiche tecniche superiori rispetto ai rivestimenti tradizionali:
- Durezza superficiale > 800 HV / 2000 HV per i rivestimenti tecnici
- Resistenza alla corrosione e all’ossidazione
- Stabilità cromatica e brillantezza nel tempo
- Compatibilità termica con metalli e leghe comuni
- Uniformità e ripetibilità anche su geometrie complesse
- Basso spessore che non compromette tolleranze di assemblaggio
Applicazioni industriali del PVD
Grazie alla combinazione di estetica e prestazioni, il PVD trova impiego in numerosi settori:
- Rubinetteria e arredo bagno: finiture resistenti e cromaticamente stabili.
- Occhialeria e accessori moda: rivestimenti leggeri e anti-ossidazione.
- Automotive: protezione e valorizzazione estetica di componenti interni ed esterni.
- Utensileria e meccanica di precisione: maggiore durezza e durata di lame e stampi.
- Design e arredo: superfici metallizzate con elevata uniformità cromatica.

Impianti e controllo del processo PVD
Un impianto PVD comprende una camera a vuoto, sistemi di pompaggio, sorgenti di plasma e controlli elettronici di temperatura, pressione e tensione. Gli impianti moderni integrano:
- Monitoraggio in tempo reale dei parametri di processo.
- Sorgenti multiple per rivestimenti multistrato.
- Automazione software per la gestione dei cicli e dei profili cromatici.
Il controllo accurato assicura spessori uniformi e adesione costante. I sistemi industriali prevedono anche pretrattamenti al plasma e ispezioni ottiche per la verifica della qualità finale. Vedi anche Impianti PVD.
Confronto tra PVD e altre tecnologie di rivestimento

Il trattamento PVD offre un’alternativa alla galvanica, eliminando sostanze chimiche pericolose e riducendo rifiuti e consumi idrici.
La PVD è la soluzione più avanzata per finiture protettive durevoli, con ottimo rapporto tra prestazioni e resa estetica. Approfondisci su Trattamenti PVD.
Vantaggi e limiti tecnici del PVD
Vantaggi principali:
- Alta resistenza meccanica e chimica.
- Versatilità cromatica e finiture metalliche personalizzabili.
- Compatibilità con più substrati.
- Processo privo di rifiuti liquidi.
- Ripetibilità e controllo parametri.
Limiti:
- Difficoltà di uniformità su geometrie complesse.
- Costi di impianto elevati.
- Tempi ciclo più lunghi rispetto alla galvanica.
Nonostante questi limiti, il PVD è oggi la tecnologia di riferimento per rivestimenti ad alte prestazioni in ottica di resa e durabilità.
Terminologia correlata
- Target: materiale di partenza del rivestimento.
- Substrato: pezzo o superficie rivestita.
- Plasma: gas ionizzato che attiva la deposizione.
- Sputtering: bombardamento ionico del target.
- Evaporazione termica: vaporizzazione per riscaldamento diretto.
- Evaporazione ad arco catodico: vaporizzazione tramite arco elettrico.
- Camera da vuoto: ambiente ermetico e privo di contaminanti.
- Bias: potenziale elettrico applicato ai substrati per migliorare le caratteristiche del rivestimento.
- Film sottile: strato compatto con spessore nell’ordine dei micron.

Riferimenti e normative tecniche
- ISO 26423:2016 – misurazione dello spessore dei film tramite Kalotest
- ISO 9227:2017 – prove di corrosione in nebbia salina.
- ISO 14577-1:2015 – durezza tramite nanoindentazione.
L’adozione di standard internazionali assicura la qualità e tracciabilità dei rivestimenti PVD, garantendo prestazioni costanti e conformità ai requisiti dei settori industriali più avanzati.
Maximilian
Responsabile tecnico area PVD - LEM srl
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